Sunday, May 8, 2011

"Canti di Castelvecchio"





 Canti di Castelvecchio e dedicato alla sua madre Caterina Allocatelli Vincenzi che è morto dei giovani età  di malattia. Il libro era pubblicato nel Aprile di 1903 e come Myricae questo libro ha molte versioni ed ogni versione ha sempre più poesie in loro. La maggior parte delle poesie riguardano la perdita della sua famiglia, la natura e la vita. Qui abbiamo Nebbia, che accordo a Giuseppe Nava "Però domina non tanto l'elemento atmosferico-tonale quanto piuttosto l'invocazione del poeta alla nebbia perché circoscriva il suo orizzonte visivo all'immediato presente di natura, lavoro e poesia, escluendo i fantasmi ossessivi di un passato di morte e il rovello di passioni e ambizioni ad esso legato". Pascoli usa la nebbia per nascondere delle cose nella sua vita che causa lui addolorano. Ha delle visioni di fantasmi della sua famiglia che perseguita tuttavia lui, e la nebbia lo nasconde. Nasconde il pasato scuro e consente solo vedere il futuro brillante e la bella natura. La natura è bella e guardare la sua bellezza può fare lei calma e le poi dare pace, Pascoli aveva scritto molte della sua poesia nella sua casa in Castelvecchio dove aveva avuto una bella veduta scenica. Mi piace questa poesia per le immagini che fornisce della natura.

NEBBIA



                                                     Nascondi le cose lontane,
tu nebbia impalpabile e scialba,
tu fumo che ancora rampolli,
su l’alba,
da’ lampi notturni e da’ crolli
d’aeree frane!

Nascondi le cose lontane,
nascondimi quello ch’è morto!
Ch’io veda soltanto la siepe
dell’orto,
la mura ch’ha piene le crepe
di valeriane.

Nascondi le cose lontane:
le cose son ebbre di pianto!
Ch’io veda i due peschi, i due meli,
soltanto,
che dànno i soavi lor mieli
pel nero mio pane.

Nascondi le cose lontane
che vogliono ch’ami e che vada!
Ch’io veda là solo quel bianco
di strada,
che un giorno ho da fare tra stanco
don don di campane...

Nascondi le cose lontane,
nascondile, involale al volo
del cuore! Ch’io veda il cipresso
là, solo,
qui, solo quest’orto, cui presso
sonnecchia il mio cane.